L’analisi del testo- dalla “teoria” al “laboratorio”
Proposta didattica.
La lettura del testo oggi nella cultura contemporanea e nell’azione didattica assume un ruolo di primaria rilevanza, non soltanto nell’ambito dell’educazione letteraria, ma in quello più ampio di un’educazione permanente. Il docente, infatti, in sintonia con gli strumenti della critica contemporanea, dovrà proporre agli alunni delle scuole secondarie d’istruzione secondaria un insegnamento che, ai fini di una valenza didattica del tutto efficace dovrà connotarsi in un “laboratorio”, da sviluppare in complementarietà e simultaneità con i soggetti educandi. La logica stessa, infatti, delle discipline umanistiche implica la compresenza di valori etico-estetici,che devono rinvenirsi non soltanto nella sfera apprenditivo-cognitiva dei discenti,ma anche in quella metacognitiva congruente all’educazione permanente dell’individuo e della sua formazione integrale.
“In primis” il docente dovrà avviare un discorso con i discenti per conoscere i loro itinerari culturali, le loro motivazioni ed attese.
Si darà inizio così ad uno “spazio parlante” e la forma dialogica indurrà il docente stesso ad interagire con gli alunni, che diventeranno, in tal modo, soggetti dei complessi processi didattico-formativi.
Questo primo momento, che reputo ineludibile per l’armonico svolgimento degli obiettivi cognitivi coniugati a quelli trasversali, diventerà allora anche propedeutico per la realizzazione propria dello studio della Letteratura italiana in generale e dell’analisi del testo in particolare.
Nasce, indi, l’esigenza di creare come premessa dell’azione didattica un exemplum dello studio letterario come esperienza di vita vissuta e di possibili autonome interpretazioni.
Premesso quanto innanzi, attraverso un’attenta analisi dei testi (la centralità del testo dovrà essere sempre il fondamento di ogni indagine letteraria), seguendo i criteri della critica moderna e la lezione di Husserl, che invita a leggere l’opera letteraria “nella sua unità sistematica, ma non dogmatica”, il docente educherà i discenti al concetto di polisemia culturale, alla configurazione delle categorie spazio-interno/esterno—tempo-interno /esterno, alla decodificazione del testo letterario sul piano denotativo e su quello connotativo.
Le analisi testuali per una maggiore efficacia interpretativa e, per esigenze anche di comprendere il mondo letterario in forma polivalente, dovranno essere trasferite al livello intertestuale e metatestuale con l’apporto di altre discipline (filosofia, storia, storia dell’arte) nella dimensione sincronica ed in quella diacronica.
Lo studio della letteratura, in fondo, deve educarci al motto cicerioniano “ad unum convertere studium”.
Il che sembra emblematizzare la necessaria coincidenza fra filologia e filosofia, tra ragioni proprie del letterato e del suo lettore, tra lingua scritta e suo significato logico-argomentativo e/o evocativo e/o antropologico-sociale.
Tutte queste componenti, che ho accennato sommariamente, ripropongono molteplici forme di indagini critiche sul campo epistemologico e su quello meramente linguistico. Sarà cura dell’insegnante offrire agli alunni gli strumenti necessari utilizzabili per la comprensione del testo nella sua autenticità ed interezza.
In primo luogo occorre proporre il problema della lingua, come “sistema comunicativo” ed analizzare l’atto linguistico all’interno del processo letterario in una prospettiva storico-comparata, come peraltro viene suggerito dalla recente critica al riguardo e dalle indicazioni ministeriali, concernenti l’insegnamento della Letteratura Italiana negli Istituti secondari di primo e secondo grado.
Ma il discorso, fin ora esposto, potrebbe apparire arido, se alle competenze senz’altro necessarie ed irrinunciabili ed al sicuro dominio degli strumenti critico-filologici, non corrispondesse una motivazione personale, oserei dire un coinvolgimento esistenziale nell’interpretazione dei testi, nell’autonoma capacità di leggerli, contestualizzarli, però, sempre attraverso corretti paradigmi metodologici e con l’osservanza agli aspetti formali, strutturali, linguistici.
Tale organigramma propedeutico avrebbe, pertanto, come obiettivo non solo lo sviluppo delle competenze nella sfera cognitiva, ma soprattutto sarebbe finalizzato alla logica stessa dell’insegnamento della letteratura italiana e al suo profondo significato traducibile nella crescita globale personale.
Il che, in ultima analisi, dovrebbe commutarsi in momento paradigmatico, da essere rivissuto dagli alunni nella loro futura esperienza di vita.
. Che forse l’insegnamento tramandato da Carlo Bo “identità letteratura-vita” non è da intendere sempre come normante di ogni processo cognitivo-apprenditivo dello studio della Letteratura Italiana?
Che l’analisi del testo ci riconduce anche alla sfera della psicologia cognitiva e quindi all’interiorizzazione di chi si appresta allo studio letterario è fatto conclamato dalla critica recente e pertanto lo studio letterario, sempre più intrinseco alla vita di ognuno di noi, deve essere rivisitato in forma personale.
. A tal fine s’indicano forme di strategie didattiche di tipo euristico, che hanno una valenza preponderante nella formazione degli studenti, che impareranno soprattutto a “saper essere”.
Per quanto riguarda i fondamentali aspetti tecnico-formali, congiuntamente agli aspetti della psicolinguistica, non si devono neglegere nell’analisi del testo le relazioni logico-semantiche all’interno del testo stesso, la loro coerenza e coesione.
. Obiettivo finale dell’interpretazione del testo, da riproporre in chiave didattica, sono l’analisi formale e la contestualizzazione.
.La riflessione linguistica, come quella letteraria dovrà partire dai testi, attraverso i quali si attualizza il funzionamento della lingua congiunto al processo letterario.
Si affronterà, conseguentemente, lo studio della “grammatica del testo” in forma polisemica.
Letteratura, scrittura, comunicazione, grammatica logica del testo devono afferire ad un’unitarietà di tecniche metodologico-critiche per riproporre categorie logiche, strutture del discorso, abilità argomentative, che sono proprie dell’uomo e che solo la letteratura può comprende compiutamente
. E’ chiaro che a tal punto gli studiosi parlano di “interiorizzazione linguistica”.
Questo concetto, che appare astratto nella sua formulazione, può diventare autentico se rivissuto nelle forme, che ho appena accennato e se riferito agli utenti (alunni, interlocutori, lettori)
.Ancora una volta, quindi, un’ipotesi critica rimanda ad una strategia didattica.
.Sul piano didattico, inoltre, il problema della lingua diventa trasversale (altro fondamentale obiettivo didattico) e supporta un metalinguaggio d’uso nel discorso formale.
. Essendo, inoltre, il linguaggio in rapporto con il pensiero, la sua corretta conoscenza diventa componente fondamentale per un percorso interdisciplinare, pluricomprensivo. variabile in registri, sottocodici, in diversità geografiche, diatopiche.
.Ritengo che questi aspetti dovranno essere affrontati puntualmente nel corso dell’insegnamento per correlarli ad uno studio attento della Letteratura Italiana ed ad una corretta strategia didattica.
Pregressa questa enunciazione generale e che potrebbe sembrare proposta in astratto, mi permetto di indicare alcune linee programmatiche in modo più specifico:
- Educazione alla letteratura.
- Educazione del giovane all’apprendimento della libertà individuale attraverso lo studio della letteratura.
- Necessità di non sottoporre il giovane all’autoritarismo didattico.
- Processi culturali
Strategie didattiche finalizzate alla lettura di un testo letterario-
AUTORE- OPERAZIONE DI COMPRENSIONE- COMUNICAZIONE-INTERPRETAZIONE-
Secondo Alter i processi della lettura consistono nel godimento di una complicità tra autore e lettore.
Primaria peculiarità nella lettura e nell’analisi dei loci letterari è quella di non prescindere dal senso letterale che deve essere correlato alla coerenza testuale. Bisogna difendere il testo da fini estranei di tipo ideologico od altro. Alla domanda di Focault “qu’est ce que l’auteur?” o alle affermazioni di Eliot, che nell’economia della lettura, analizza i momenti differenti: la trama per i più semplici, il personaggio per i lettori più riflessivi, che ne intuiscono il conflitto ed infine “le parole e la costruzione delle parole” per i più inclini alla lettura,” possiamo concludere con le parole di U.Eco, che in “Lector in fabula”, definisce il testo”, una macchina pigra che lascia al lettore una parte del suo lavoro”. Sarà, infatti, precipuo compito del docente fare muovere questa “macchina pigra” in percorsi prodromici a quelli didattici.
AVANTESTO E MONDI POSSIBILI
Secondo Iser il testo rappresenta un effetto potenziale che viene realizzato nel processo di lettura.
La teoria della comunicazione può essere costruita su due poli complementari; da una parte il testo ed il lettore, dall’altra l’orizzonte di attesa, che stigmatizza la complicità tra autore e lettore e vede la lettura come generatrice di piacere e curiosità.
.Il discorso, pertanto, fondamentale dell’insegnamento della letteratura italiana deve rapportarsi al concetto di testualità.
Come si può leggere e commentare un testo ed in particolare, urgendo sempre più nello studio della letteratura italiana una peculiare attenzione al presente, un testo del 900?
Seguendo la lezione del Lotman, che invita alla comprensione plurivoca del testo in rapporto ai registri linguistico-formali, all’intertestualità culturale, alla sua coerenza strutturale e alla legge costruttiva del testo stesso, che ne determina la sua unicità ed individualità:, si affronterà l’analisi testuale accogliendo,altresì la tesi dello Sterne, che indulge anche a motivazioni didattiche insistendo sul coinvolgimento dell’immaginazione del lettore. Da qui la funzione sociale della scuola, che deve svegliare nei giovani attività produttiva ed efficace
. LIVELLI DEL TESTO.
Fabula (ordo naturalis) intreccio (ordo arificialis). L’insieme dei livelli concorre al problema della realizzazione artistica.. I livelli morfosintattici-stilistico-fonico-timbrici sono la semantizzazione del contenuto e danno al lettore la possibilità di comprendere anche il respiro lirico e/o ideologico dell’opera. Il rapporto tra i vari livelli formali è la legge del testo. A questo punto, però, è necessario porre l’attenzione ad un uso non discriminato del testo. L’educazione letteraria, invero, deve essere fondata sulla “centralità del testo” di cui è tenuta a curare tutti i livelli di interpretazione sul piano denotativo e su quello connotativo.
STRATEGIE INTERPRETATIVE
La critica semiotica predilige il problema di complicità tra autore e lettore che appare più redditizio per il concetto di centralità del lettore. Nella scuola, invece, è necessario avviare una spirale infinita di interpretazioni.
Nel corso delle lezioni, pertanto, si dovrà procedere ad interpretazioni critiche diversificate, purché corrette e coerenti sul piano filologico-testuale.
. TRE OPERAZIONI FONDAMENTALI
1.Operazione dell’autore
2.Operazione del testo
3.Operazione del lettore.
In quest’ottica si deve anche tenere presente il fenomeno del mutamento nella dimensione storica anche nella sua connotazione antropologica..
Si sente la necessità di rivisitare alcune opere, di effettuarne la rilettura (si ricordino le opere di Pirandello, Levi, Gadda, Fenoglio ed altri) nel contesto socio-culturale filtrato attraverso la sensibilità dell’autore.
IL PROBLEMA DELLA LINGUA
LINGUA LETTERARIA-RAPPORTO TRA LINGUA E DIALETTO.
In Italia coesiste una varietà linguistica: ne deriva che un testo letterario è plurivoco, pluridiscorsivo.
Attraverso i testi, seguendo gli insegnamenti degli studiosi più accreditati, si dovrà scoprire la ricchezza e la varietà della lingua italiana, rispetto al linguaggio standardizzato dai mass-media, e questa lezione dovrà essere trasmessa sul piano didattico.
Seguendo l’ideologia marxista sappiamo che il linguaggio non può essere separato dall’ideologia perché ne è lo strumento principale. i contributi più significativi al riguardo ci vengono offerti da Dionositti che con la sua opera: (“Geografia e storia della letteratura italiana”) ci svela un panorama della letteratura italiana letto in chiave non solo storica, ma anche antropologica e sociolinguistica e dagli approfonditi studi di Bachtin.
Quest’ ultimo, in particolare, accentua la sua attenzione sul concetto di eteroglossia, secondo il quale, nel testo si mettono in gioco una moltitudine di voci sociali e le loro espressioni individuali
.Al concetto di eteroglossia si lega quello di dialogia nel momento in cui le voci linguistiche diversificate interagiscono socialmente.
A questo punto Bachtin opera una svolta concettuale nella sua indagine critica ed afferma “il monologo non è più possibile, nella realtà tutto è dialogico.”
.In quest’ottica lo stesso Bachtin analizza “Il partigiano Jonny” di Fenoglio, che connotandosi con un’ideologia partigiana, ha una plurivoca componente stilistica afferente all’ideologia e alla rappresentazione storico-critica-sociologica della realtà narrata in forma dialogica.
Per quanto riguarda la critica stilistica ci appare illuminante il pensiero di Barberi Squarotti all’interno del saggio su Auebarch “l’autentica critica stilistica consiste nel prendere coscienza attraverso le strutture fondamentali dello stile della posizione interpretativa della realtà assunta dallo scrittore e riferibile, per esatto prolungamento storico, entro la stessa struttura linguistica”.
Nel campo didattico questo presupposto teorico è da collegare agli elementi fondanti dell’educazione e dello studio della letteratura in generale.
MODELLI DI LETTURA E TEORIA DEI TESTI
La lettura dei testi deve tener conto delle differenti tipologie di registri, codici linguistici, generi e categorie, cui il testo stesso si riferisce.
E’ da rilevare, inoltre, che negli istituti secondari di istruzione secondaria gli alunni s’imbatteranno in testi diversificati per discipline: dalle letterature classiche a quella italiana, a quella straniera, dalla storia alla filosofia, alla storia dell’arte.
Nel rispetto delle categorie di pensiero e dei codici e dei registri linguistici, riferibili ad ogni scritto d’autore, è assolutamente necessario che i docenti delle varie discipline adottino e concordino unitarietà di tecnologie didattiche per la lettura e l’interpretazione dei testi.
Gli studi recenti, relativi alla teoria dei testi e ai modelli di lettura, devono costituire un fondamento irrinunciabile per tutti quanti i docenti dell’ambito umanistico.
Se, invero, ci addentriamo nello studio della teoria dei testi, ci accorgiamo che questa disciplina, nata nel novecento, si presenta come la legittima erede delle poetiche e degli studi retorici tradizionali, riconducibili, però, ad un discorso plurale, che costituisce un sistema dinamico, in cui convergono storia, filosofia e semiologia del linguaggio.
Da questa premessa si deduce che nel corso dell’attività didattica è necessario volgere peculiare attenzione al modello di lettura in senso paradigmatico per consentire l’approccio al testo sia esso di carattere filosofico che storico e/o letterario.
A tal fine sarà irrinunciabile l’adozione del metodo filologico, che permetterà, altresì, l’incontro con i testi classici ed il loro ri-uso negli autori della letteratura moderna e contemporanea.
Ci si avvarrà dell’insegnamento di G.Pasquali, che così si esprime in (Storia della tradizione e della critica del testo-Le Monnier-Firenze-1962): “in primo luogo sono convinto che almeno nelle scienze dello spirito non esistono discipline severamente delimitate, “scomparti”, ma solo problemi che devono essere desunti dalle più varie discipline”.
La filologia dovrà, pertanto, essere il nucleo fondante di ogni modello di lettura sia per quanto riguarda i testi classici che quelli moderni, anche di carattere storico–filosofico, per meglio comprendere i processi intertestuali e metatestuali.
A livello esemplificativo si potranno presentare modelli di lettura dell’età classica da comparare agli autori moderni o contemporanei per risalire agli archetipi letterari e al loro ri-uso con contesti diversi e con conseguenti meccanismi linguistici differenziati.
“In fieri”, nell’attività didattica, si indulgerà verso un discorso di lettura diacronica, che implicherà, altresì, un’interazione tra letteratura, storia, filosofia.
Seguendo l’insegnamento di Barberi Squarotti, sarà obiettivo fondamentale dell’educazione alla lettura del testo quello di superare l’“hiatus” fra l’attuale ideologia della storia ed i metodi di indagine strutturale della letteratura ai fini del “riconoscimento del movimento parallelo e diverso che storia e letteratura compiono nella loro indagine con i loro specifici strumenti di sondaggio e di illuminazione dei fenomeni umani”
La lezione di Barberi Squarotti, che propone “strumenti di sondaggio e di illuminazione dei fenomeni” potrà essere strumentale nella dinamica curriculare anche per l’analisi di testi filosofici.
Per quanto concerne gli aspetti attuativi, pregressa l’ottica filologica, docenti ed alunni focalizzeranno l’attenzione sulle tecnologie critiche concernenti l’analisi del testo, proposte dal formalismo russo, per adire a modelli o ipotesi scientifiche e per spiegare come certi effetti estetici sono prodotti da determinate tecniche letterarie.
Ma se lo studio del formalismo russo è ineludibile, nel prosieguo dell’educazione alla lettura testuale, sarà necessario adire alle teorie post-strutturalistiche, nell’intento di superare quell’iato, di cui parla Barberi Squarotti, per adottare un discorso plurale nei modelli di lettura dei testi, in considerazione anche del fatto che l’insegnamento si rivolge a tutto l’ambito disciplinare umanistico.
Sarà opportuno, allora, improntare i modelli di lettura secondo sistemi dinamici per riferirlo, giusta la definizione di Jacobson, ad un “dominante”, che nel 1935 l’autore ha definito come componente-chiave, che regola, determina e trasforma tutti gli altri elementi insiti nel testo.
Il concetto di “dominante”, inoltre applicato ai modelli di lettura dei testi, offrirà agli alunni l’opportunità di leggere testi di diverse tipologie sia di carattere letterario che storico e/o filosofico in un sintagma paradigmatico.
Lo studio attento delle più recenti ed accreditate teorie dei modelli di lettura del testo e della semantica, dal post-strutturalismo alla critica fenomenologia di Husserl, dovrà concludere il processo di formazione per l’acquisizione di strumenti critici da parte degli alunni.
Superato, infatti, anche nel campo linguistico la teorizzazione di “langue” e “parole” di stampo saussurriano, i discenti, opportunamente guidati dai docenti, seguendo l’insegnamento di R..Barthes, applicheranno nei modelli di lettura dei testi la più ampia e comprensiva teoria delle “formazioni discorsive”.
Si supererà, in tal modo, l’errore in cui era incorsa la scuola del formalismo russo, secondo la quale si ambiva ad interpretare tutte le storie del mondo in una sola struttura.
La teoria delle “formazioni discorsive”, inoltre. indurrà gli alunni a non considerare nei modelli di lettura Oggetti e Soggetti in mondi separati..Secondo questa concezione, infatti, ogni cosa “è sempre in processo”, persino lo stesso soggetto.
Il che, oltre ad essere funzionale al concetto oggi irrinunciabile di polisemia culturale, darà la possibilità di sviluppare un’ottica unitaria nella lettura diversificata per genesi e tipologia, dalla letteratura classica a quella moderna e contemporanea, dalla filosofia alla storia.
In ultima analisi, per dirla sempre con Barthes, finalità precipua sarà l’incentivazione “al piacere del testo”, conseguente al fatto che “i testi non vanno letti, ma interrogati”.
Gli aspetti teorici, sommariamente suesposti, congiuntamente a tutta la correlata indagine di tipo semiologico-linguistica, dovrà essere suffragata da un’oculata lettura dei testi, svolta, oltre che con metodo filologico, nei modi possibili di interpretazione intertestuale e metatestuale.
Salvatore Coico